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Omicidio Cristiano Molè, presunti killer incastrati da una donna: “Mi hanno violentata e minacciata”

La donna è un’ex componente della banda, che non riusciva a uscirne. Dopo aver subito una violenza sessuale ed essere stata minacciata di morte, ha deciso di collaborare con la Polizia.
A cura di Natascia Grbic
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Cristiano Molè, foto da Facebook.
Cristiano Molè, foto da Facebook.

È stata una donna a incastrare i tre uomini accusati dell'omicidio di Cristiano Molè e della gambizzazione di Massimiliano Pacchiarotti, amico fraterno della vittima, ferito solo qualche mese dopo. Manuel Severa, Marco Casamatta e Simone Di Matteo: questo il nome dei tre ritenuti responsabili dell'omicidio. Si tratta di uomini molto ben conosciuti nella zona del Trullo e di Corviale, noti per far parte di un gruppo criminale che non ha problemi a usare la violenza per ottenere quello che vuole. Lo hanno imparato a loro spese le vittime di questa vicenda, tra cui anche la donna che ha poi messo gli investigatori sulla strada per il loro arresto.

"Ho iniziato ad avere a che fare con le persone di cui ho parlato perché dovevo ritrovare una persona che mi doveva dare dei soldi – le parole della donna, riportate da Il Messaggero – Mi rivolsi a Manuel Severa. Loro mi dissero che mi avrebbero aiutato se io li aiutavo su altre cose. Da qui sono entrata in questo meccanismo dal quale non potevo uscire perché mi avrebbero ammazzato. Loro usano la prepotenza, venivo minacciata. Ho fatto la scelta di collaborare perché sono stata minacciata anche sulla vita dei miei figli".

Come molti altri, la donna entra nel giro del gruppo, ma non riesce a uscirne. Non viene pagata, ma costantemente minacciata: è la paura, dice a farla rimanere. In uno di questi incontri, ha raccontato, viene violentata da Simone Di Matteo. Lo dirà agli inquirenti, spiegando che l'uomo le aveva intimato di non raccontare a nessuno quanto accaduto. Proprio Di Matteo è stato arrestato pochi giorni fa in un ristorante di Cerveteri: si era dato latitante da quando Severa e Casamatta erano stati arrestati, ma la fuga non è durata molto. Adesso tutti e tre sono in carcere, accusati dell'omicidio. Casamatta e Di Matteo, secondo quanto ricostruito dai poliziotti, sarebbero stati gli esecutori materiali, Severa il mandante.

Cristiano Molè, trentatré anni, era un nome noto alle forze dell'ordine. Già in passato era stato gambizzato, ma se l'era cavata con diversi giorni di prognosi. Il 15 gennaio 2014 però, le cose sono andate in un altro modo: l'uomo è stato vittima di un vero e proprio agguato in stile mafioso. Era seduto nella sua auto con un amico, a largo Odoardo Tabacchi, quando è stato raggiunto da una raffica di colpi di pistola. L'amico, ferito gravemente, si è salvato per miracolo. Molè, invece, è morto sul colpo.

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